17 dicembre 1909
Da qualche parte in Belgio
Il sovrano aprì gli occhi.
Si trovava disteso nel suo letto, vestito in alta uniforme. Si tirò su, davanti a lui c'era un uomo vestito elegantemente, con un completo bianco, foulard nero al collo e fazzoletto abbinato, al taschino. Le sue mani erano lunghe e affusolate, il volto aveva lineamenti regolari, la pelle incredibilmente liscia, i capelli biondi, corti. Gli occhi due pozzi neri. Poteva avere vent'anni o quaranta, non riusciva a capirlo.
- Chi è lei? - Il re si sentiva strano. Si toccò le mani, erano fredde.
- Vostra Maestà, le do il benvenuto. Attendevo il suo risveglio.
- Risveglio? - ll monarca cercò di riordinare le idee. - Ma io ero... stavo...
- Non si preoccupi Altezza, all'inizio è normale un po' di confusione, ma pian piano i ricordi e la coscienza ritornano.
- Ha detto benvenuto. Benvenuto dove? Questa è la mia stanza, che ci fa lei qui? Chi è? - Adesso il sovrano si sentiva meglio, nella sua voce era tornata l'attitudine al comando, che aveva caratterizzato tutta la sua vita.
La figura in bianco non si scompose minimamente. - Sire, sono estremamente spiacente, ma devo purtroppo metterla al corrente che lei è deceduto.