Un mini-racconto scritto giusto in tempo per Halloween, da leggere in due minuti. Buona lettura :-)
Dolcetto o scherzetto?
Din Don!
Marco si trascina verso l’ingresso, evita di guardare dallo spioncino, tanto sa già di cosa si tratta e apre la porta.
- Dolcetto o scherzetto? – Il bambino lo guarda con l’unico occhio buono, l’altro penzolante sulla guancia, appeso al nervo ottico in decomposizione. Sorride sghembo, la parte inferiore del volto decomposta, che lascia scoperto il ghigno dei denti e l’osso della mandibola.
Marco sorride conciliante, arruffando i capelli del ragazzino. Allunga lo sguardo agli altri dietro di lui, sono quattro fanciulli in tutto. Bene, un dolcetto dovrebbe bastare.
– Aspettate qui ragazzi, torno subito… Marta! – chiama, voltandosi e tornando in salone. Nel farlo urta la gamba del comò vicino all’ingresso (di nuovo!). Non riesce proprio ad abituarsi a quel piede spezzato che gli impaccia i movimenti. Si rammarica un po’, in fondo quando è diventato zombi non gli è andata troppo male; un orecchio in meno e la mano sinistra inutilizzabile, il volto e il resto invece di una integrità invidiabile. A parte quel piede, certo, per colpa del quale non riesce a camminare bene. Non fosse stato per quello magari avrebbe potuto fare l’attore, o il modello.
Sorride ripensando ai vecchi film d’epoca. Altro che zombi dementi, col tempo si era scoperto che, a furia di mangiare cervelli, ritornava l’intelligenza. E curiosamente, anche dopo che il mondo si era trasformato, loro, la nuova specie, avevano mantenuto abitudini e tradizioni della vita precedente. Come per esempio quella di festeggiare Halloween.
- Marta! – ripete, un po’ spazientito.
- Arrivo, arrivo! – La moglie, che si era allontanata in cucina, torna in salone trascinando con un gancio da macellaio un uomo legato e imbavagliato, che ha gli occhi spalancati per la paura ed è tutto arrossato.
Marco si fa passare il gancio dalla moglie e trascina lo sventurato sulla soglia di casa. I bambini sorridono (quelli che possono farlo, almeno) e già la bava cola dalle loro fauci. Gli occhi hanno un guizzo quando vedono che si tratta di un bell’esemplare, che porta scritto sulla targhetta “Professore di Chimica”.
Marco lo indica soddisfatto. – Preso fresco fresco oggi al mercato, ragazzi. L’ho pagato un bel po’ sapete, non è che li diano a poco i professori. Per un momento avevo pensato di comprare un operaio, ma poi ho deciso di spendere un po’ di più. Voi ragazzi siete il nostro futuro e meritate il meglio, giusto? Fatene buon uso e… Happy Halloween! – e lo scaraventa giù ai piedi dei bambini.
Quelli si avventano cominciando a sbranarlo, e le urla stridule dell’uomo si fondono con quelle provenienti dal vicinato, dove accadono scene simili. Marco torna in salone e si siede sul divano vicino a Marta, prendendole il moncherino e baciandolo affettuosamente. Accendono la TV, piluccando polpette di pancreas. Sta iniziando MasterChef, stasera i concorrenti si sfidano per il miglior piatto a base di intestini e zucca, non se lo vogliono perdere!