lunedì 11 marzo 2013

Il demone dentro

E insomma c’è questa cosa qui per cui ogni tanto il proprio sito/blog va aggiornato, cioè vanno inseriti articoli, va tenuto “vivo”, altrimenti magari chi passa di qui dopo le prime volte vede che non si smuove niente e dopo una visita, due… via, non ci passa più. L’associazione mentale che fa il visitatore è che se l’autore non ci scrive nulla di nuovo allora il sito è morto e defunto e il blogger ha lasciato perdere tutto, ha rimesso i sogni nel cassetto ed è tornato alla vita di tutti i giorni.

Che poi io la mia vita di tutti i giorni mica mi fa schifo, eh? Ho una moglie favolosa, una casa graziosa, un lavoro… ho un lavoro! Ma vi rendete conto? Vi sembra roba da poco di questi tempi? E quindi che dire, a volte ti viene il pensiero, a me è venuto, giusto ieri, mi pare. Cioè il pensiero “Ma chi te lo fa fare”? Scrivere? In un paese poi dove si legge pochissimo? Voglio dire, quando torno a casa potrei mettermi sul divano, vedere la TV… no aspetta scherzavo dai, non esageriamo. Potrei però mettermi a leggere, guardare un film, un telefilm, anzi come dicono oggi una “fiction”, o anche semplicemente spaparanzarmi sul divano e navigare verso siti lontani.

Eppure… non ci riesco. Cioè alle volte ci riesco pure, ma poi succede che se per qualche giorno non faccio nulla (nulla di creativo, intendo) mi prendono i sensi di colpa. Provo una sensazione un po’ come quando ti segni in palestra e poi, se non ci vai per qualche giorno ti senti in colpa. Ora io non è che mi sono segnato in palestra, però ho questa cosa dentro che sgomita, non mi da pace, è una specie di demone che mi divora, mi consuma. E allora devo fare qualcosa, devo scrivere, portare avanti i miei progetti, devo darmi da fare con la programmazione (è un po’ che smanetto su Xcode e prima o poi spero di pubblicare la mia prima App). Insomma devo nutrire il demone. Che poi detto così sembra una cosa brutta, diabolica. Be’ guardate che un po’ lo è.

Però… però poi quando l’hai sfamato ti senti bene. Ti senti vivo e in pace con te stesso, sai che stai facendo la cosa giusta, che stai seguendo le tue passioni e non ti lasci intrappolare dal tuo lavoro da impiegato nove-diciassette e basta. Ti senti come quando poi alla fine torni in palestra e sei di nuovo sereno. Affaticato ma sereno.

E proprio perché è un’attività faticosa ci sono dei giorni in cui proprio di andare in palestra non ti va, ti viene il rifiuto solo al pensiero. Poi magari alla fine fai uno sforzo e ti muovi. E alla fine pensi che era solo un blocco iniziale, cioè una volta poi che sei in palestra ti riprende lo stimolo e cominci a pompare e a correre e ti senti bene.

E scrivere è come una palestra della mente. Certi giorni non hai voglia, ma poi basta superare quel piccolo muro all’inizio della pagina bianca, scrivere magari una riga, due e poi via!

Questo è vero in genere per tutte le forme d’arte, non solo la scrittura. Può valere per chi dipinge, chi suona, chiunque insomma abbia il demone creativo dentro di sé. A questo riguardo mi ricordo un libro bellissimo che ho letto tempo fa. Si intitola The War of Art(La guerra dell’Arte) e parla proprio delle lotte che dobbiamo vincere contro tutte le distrazioni e la pigrizia, e lo sconforto, e il non crederci, insomma contro tutti i nemici interni ed esterni che limitano l’esplodere della nostra creatività.

Che io sappia è disponibile solo in lingua inglese, ma se per voi non è un problema leggetelo, ve lo consiglio assolutamente. A questo link trovate qualche informazione in più.

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