giovedì 2 gennaio 2014

Capodanno col botto


Dieci!

Ci siamo quasi. Carlo Conti, sogno proibito di tutte le casalinghe italiane, è in TV che scandisce il conto alla rovescia. Ovviamente è tutto preregistrato, mica crederete davvero che sia lì in diretta, a capodanno! Probabilmente in questo momento starà in qualche isola tropicale a scoparsi le sue “professoresse”. Al suo posto mi farei Ludovica, è la più gnocca di tutte.
Ma questo le casalinghe non lo sanno, loro pensano davvero che stia lì per loro, a dieci secondi dal 2014. Lo sto guardando, sì, ma non è che mi freghi più di tanto. Avevo solo bisogno di un countdown più affidabile del mio vecchio Swatch. Ho qualcosa da festeggiare.

Nove!

Mi giro e guardo il mio personale fuoco d’artificio, pronto a esplodere. Il pezzo di merda è legato alla sedia, nudo e imbavagliato. Be’ è il momento di iniziare la festa. Qualche botto si spara già prima della mezzanotte, giusto? Mi avvicino con l’accendino. C’è qualcosa di veramente ridicolo in un uomo nudo. Voglio dire, una donna nuda è sexy, un uomo nudo fa solo ridere. Ma lui non ride, anzi, vedo il terrore nei suoi occhi quando accosto la fiamma al raudo che gli ho infilato nella narice.

Otto!

BAM! Divertente, non c’è che dire. Avete presente quando vi bruciate i peli delle mani per scherzo? Ecco, c’è una puzza tipo quella, adesso. Lo stronzo mugugna e strilla per quanto lo consente il bavaglio. Il naso è diventato un grumo rosso che cola sangue, è bello l’effetto che fa quando gli cola sul mento e sgocciola sul suo pisello flaccido, che ho ricoperto ben bene di polvere da sparo.

Sette!

Mentre Carlo Conti comincia ad agitare il bottiglione di spumante, e vari puttanoni televisivi gli sono intorno, scandendo insieme a lui il conteggio, guardo il bastardo. È ora del prossimo petardo.
Questo non gli farà troppo male, ma sarà comunque uno spasso. Voglio dire, le miccette sono quasi un giochetto, giusto? Ecco, l’idea però di infilargliene qualcuna bene nell’orecchio, modestamente parlando, è stata un colpo di genio. A contatto del timpano assumono tutt’altro aspetto, vero? Però un orecchio solo, non voglio che il figlio di puttana diventi sordo. Dovrà sentire fino alla fine i suoi stessi urli.

Sei!

I secondi scorrono sullo schermo gigante alle spalle di Conti. In prima fila con lui un’accozzaglia di mignotte, froci, star vecchie e nuove della TV, un parterre di gente che campa di nullità catodica, di bassezza intellettuale. Il giusto mix di imbecilli che rispecchia adeguatamente l’italiano medio che li sta guardando. Il degno show che si merita questo cazzo di paese, che non ha mai la dignità di reagire, qualunque porcata i governanti gli propinino.
Bang, Pum, Pam! Esplodono le miccette. Niente sangue stavolta, ma la carogna soffre e urla, mentre un filo di fumo gli esce dal timpano spaccato. Sghignazzo perché mi ricorda Wil Coyote, quando gli scoppia addosso qualche diavoleria dell’ACME.

Cinque!

L’atmosfera si fa rovente, sullo schermo le telecamere si soffermano sulle zoccole scosciate, che offrono ben volentieri le loro pudenda all’Italia intera, con la segreta speranza che qualche produttore le noti e le scritturi per fargli fare una carriera di successo, al prezzo di qualche bocchino e qualche “sera elegante”.
Ma il pisello della canaglia rimane comprensibilmente floscio, anzi si piscia proprio sotto, mentre do fuoco alla polvere da sparo che lo ricopre. Deve bruciare un bel po’, a giudicare dagli strilli.

Quattro!

Manca poco! Preso dal fervore scandisco i numeri insieme agli scimuniti in televisione e ghignando accendo un bengala, avvicinandolo all’occhio del coglione. È meraviglioso gustarmi il suo orrore, quando il getto del fuoco è a pochi centimetri. Poi godo quando l’avvicino ancora, ustionandogli cornea, iride, bulbo e retina e quell’occhio da psicopatico si chiude per sempre, tra puzza di bruciato, sangue e umori vischiosi, che colano sulla faccia del merdoso.

Tre!

Carlo Conti riempie il Samsung da quaranta pollici col suo faccione da cazzo, mentre mostra alla cinepresa lo spumantone, pronto a schizzare, come uno sputo gigantesco, in faccia a milioni di italiani che quest’anno non arriveranno a fine mese.
È il momento di spostarmi alle spalle dello stronzo e dare fuoco al magnum che gli ho ficcato in culo poco prima.
BOOM! Grandioso! Certo, gli odori… Come posso descrivervi il fetore, un misto di sangue, merda e carne bruciata? Lo stronzo sbava, ormai non riesce nemmeno a urlare. Questo deve avergli fatto male sul serio. Ehi aspetta un attimo… Eh no, non ci provare a svenire! Mollo un pugno che gli porta via un paio di denti. Urla e mi guarda incazzato con l’unico occhio rimasto.
Bene, siamo pronti per il gran finale.

Due!

Prendo il pezzo più grosso. Lo tiro fuori dalla sacca e lo faccio vedere al bastardo, godendo del panico che lo assale. Ora hai capito come andrà a finire, eh? Potevi pensarci prima, stronzo. Hai fatto quel che cazzo ti pareva. Hai ammazzato, stuprato, rapinato, fatto i porci comodi. Sei finito in prigione, certo. Come se quelle italiane si potessero definire “prigioni”… E poi, che è successo? Cazzo, “licenza premio”? A un serial killer? Ma solo in Italia!
E allora amico mio, eccomi qua, te lo do io il premio. Perché a un certo punto non si possono chiudere sempre gli occhi davanti a tutto. Finirò in carcere, ok e allora? Non mi frega un cazzo. Non ho famiglia, niente parenti, gli amici ormai li ho persi da un pezzo. Certe cose le puoi fare solo quando non hai nulla da perdere. Per il nuovo anno, niente buoni propositi, solo un gesto. Concreto, molto concreto. Hai finito di ridere, pezzo di merda.

Uno!

Carlo Conti alza in alto la bottiglia, l’inquadratura si allarga a comprendere tutta l’allegra combriccola di idioti. Fuori i botti ormai sono un rumore continuo, il baccano è infernale. La città è un tripudio di fuochi d’artificio.
È il momento. Tolgo il bavaglio al serial killer e gli ficco in bocca la bomba Maradona. Cazzo se è grossa, devo spaccargli la mandibola, per infilarla bene! Accendo la miccia.

Zero!

In televisione Carlo Conti stappa lo spumante. Pop!
La bomba esplode. BOOOOM!
Cazzo, mi sa che per un bel pezzo rimarrò sordo. Mi fischiano le orecchie, mi lacrimano gli occhi e sono circondato dai resti del figlio di troia. Brandelli di cervello, alcuni denti. Mi sento qualcosa di viscido sulla guancia. È la sua lingua. L’occhio superstite lo individuo dopo un po’, è stato sparato sul televisore, sta scivolando lentamente sul faccione di Conti, che fa gli auguri di un anno sereno e pieno di felicità e salute.
Insozzato di sangue, in un salotto che ora assomiglia alle camere di tortura dell’Inquisizione, mi godo la visione del corpo senza testa del bastardo, afflosciato sulla sedia imbrattata di residui organici. Allora anche io stappo lo spumante e brindo.
Auguri, e che sia un 2014 senza leggi che permettono a un serial killer di andare in licenza premio.
___________

Ispirato da un fatto realmente accaduto:

Nessun commento:

Posta un commento