domenica 31 dicembre 2017

Discorso (molto breve) di fine anno


Così ci siamo. Il Natale è arrivato e passato anche quest'anno. Ci ha portato tanti doni e tanti chili. Tra poche ore un capodanno col botto ci porterà dritti nel 2018, lasciandosi alle spalle un 2017 pieno di eventi, tra cui Episodio VIII. La Disney si è comprata la 20 (ormai 21st) Century Fox, e ha quasi il monopolio di buona fetta dell'immaginario fantastico mondiale. Buon per lei, speriamo anche per noi.
E quindi? Quindi si va avanti, diretti verso il futuro, un futuro che ormai è già ben oltre le date che erano viste come “futuro” nei film e nei giochi che ho visto da ragazzino. La tecnologia è ovunque, la conoscenza a disposizione di tutti, dovremmo essere tutti felici e straripanti di benessere. E invece? Invece ci sentiamo più che mai stressati, più che mai di corsa, più che mai insoddisfatti. Teniamo in mano telefoni con una potenza di calcolo milioni di volte superiore al processore che ha portato l’Apollo sulla luna, ma non riusciamo a staccare un attimo gli occhi per guardare le stelle.

E allora che si può fare? Be’ la soluzione è una grande rivoluzione. Ma niente barricate in piazza, è invece qualcosa che dovrebbe accadere dentro il cuore e la testa di ciascuno di noi. Sarebbe una rivoluzione potentissima e silenziosa. Sta solo a noi. Riuscire a vedere le cose meravigliose che la vita e il mondo ci pongono davanti, ma che magari non riusciamo a vedere perché i TG non ne parlano, perché siamo distratti dai troppi problemi quotidiani di sopravvivenza in queste gabbie giganti chiamate città.
Se riuscissimo a distaccarci un attimo allora potremmo vedere la bellezza del sorriso di un bambino, i molti gesti di gentilezza e altruismo di tante persone, che però passano sotto silenzio e non se ne parla. Riusciremmo a vedere l’incredibile tenacia e convinzione con cui alcuni pazzi sognatori continuano a pensare positivo, a lavorare per aiutare gli altri, a studiare soluzioni per i problemi del mondo, che siano di salute, sociali, di giustizia. Eroi silenziosi di cui non parla nessuno, ma che costituiscono il modello da seguire, che danno speranza a chi pensava che ormai il mondo fosse popolato solo da pezzi di merda. Non è così, per fortuna.
Ma anche senza fare grandi cose eh, voglio dire, a parte i grandi temi, a volte basta una piccola cosa a farti credere ancora che la razza umana ce la può fare. Magari piccolissima, tipo incrociare uno in macchina che sorride e fa una battuta, invece di stare incazzato al volante come tutti.
Invece di impazzire sui telefonini e incazzarci se Facebook è offline, dovremmo apprezzare il fatto che oggi possiamo scambiarci saluti, foto e persino video con parenti magari a mille chilometri di distanza. Che grazie a Wikipedia possiamo sapere vita morte e miracoli di qualsiasi argomento in un nanosecondo. Vi lascio quindi con un consiglio di un grande scrittore che non c'è più ma che aveva già trovato tanti anni fa la formula giusta per vivere meglio. Buon Natale e buon anno nuovo:

L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.

(Italo Calvino - Le città invisibili)

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