domenica 3 aprile 2016

Odio la fretta

È anche per questo che il blog si aggiorna di rado. Anche per altri motivi, impegni familiari, priorità su altre cose, ma non voglio tediarvi. Il fatto è che stavo riflettendo in questi giorni proprio su questa cosa: la fretta. Tempo fa ho letto un breve articolo di Michele Serra, quelli che scrive su Repubblica, che mi ha onestamente scioccato, perché mi ci sono specchiato dentro perfettamente, mi ha colpito e spinto a riflettere. Cosa rara, di questi tempi, un articolo che ti fa riflettere. Ancora più rara che sia un articolo di Repubblica, che ormai è diventato un router di bufale e meme idioti. Lode a Serra.

Sì perché oggi vanno di moda gli instant book, gli instant articles, le cose immediate, le cose che devi farle subito, le cose fatte per gente che ha fretta. Cthulhu si porti nell'abisso quella sottospecie di editori che hanno inventato i libri "accorciati", riduzioni di noti bestseller, "distillati" li chiamano. Cagate, li chiamo io. Spero che l'editore sprofondi nella crisi più profonda. Devi fare presto, subito, ma che dico prima di subito. Nella vita privata così come al lavoro siamo pieni di cose che devono essere fatte in fretta. Il problema è che, si sa, la gatta frettolosa fa i figli ciechi.

Ma partiamo dall'articolo, che qui riporto, e vediamo se qualcun altro oltre a me viene colpito da un pugno allo stomaco. Lo riporto come immagine... sempre quella cosa della fretta, vedete? Per non ricopiarlo :-)


Allora che ve ne pare? Io mi sento particolarmente tirato in causa dalla frase riguardo il fatto che "se prima in dieci ore facevamo dieci cose, ora ne facciamo mille, dispiaciuti di non riuscire a farne diecimila." PUNCH. E di colpo ho identificato la causa del di quel qualcosa di indefinito che mi causa un periodico malessere. Cioè mi pare che stiamo veramente perdendo il senso della vita. Ci hanno illuso che con la tecnologia avremmo avuto più tempo per noi stessi, che avremmo potuto dedicarci a cose più piacevoli.
Mi viene in mente un racconto, non ricordo di chi, dove si ipotizzava un futuro utopico, dove l'avanzamento tecnologico liberava l'uomo dalla schiavitù del lavoro, e le persone si potevano dedicare all'arte, alla filosofia, alla contemplazione.

Cazzate.

Lo vediamo tutti i giorni sul lavoro. Se dieci anni fa un gruppo di persone portava a termine due progetti in un anno, oggi le stesse persone hanno i mezzi per chiudere nello stesso tempo dieci progetti. Il problema è che gliene chiedono cento.
Lo vediamo nella vita privata. Siamo pieni di elettrodomestici evoluti, smartphone, computer, comunichiamo in tempo reale con parenti e amici.
Ma non abbiamo mai tempo, siamo sempre di fretta, fretta di andare al lavoro, fretta di portare i bambini a scuola. Ah i bambini poi, meritano una parentesi. Oggi a tre anni già devono parlare tre lingue, fare quattro sport e suonare sei strumenti, altrimenti sono ritardati. Non abbiamo tempo per sistemare casa, per vederci con gli amici, per guardarci un film, per leggere un libro, per farci una scopata.

Non ci godiamo la vita. Abbiamo perso la capacità di goderci il tempo che Dio o chi per lui ci ha concesso su questa terra.

E allora sapete che c'è? Fanculo la fretta. Il libro nuovo quando sarà pronto sarà pronto, il prossimo post sul blog lo metto quando ho il tempo di scriverlo. Le cose fatte bene richiedono tempo.


Nessun commento:

Posta un commento