giovedì 5 febbraio 2015

Personaggi ed emozioni

Ok, quindi state scrivendo una storia, quella storia che vi frulla in testa da un po' di tempo. Vi mettete giù a scrivere, all'inizio la pagina rimane bianca, ma poi siete presi da tutto quel che vi sentite dentro, il fuoco si accende in voi e partite a raffica. La fase iniziale della scrittura è bellissima, perché di fatto siete come Dio: state creando. Un mondo, i personaggi, gli eventi. Voi e solo voi siete i padroni e giudici assoluti di tutto quel che succederà. Gli aggiustamenti verranno dopo, a mente più fredda, ma ora siete in preda al Fuoco Sacro dell'Arte e la vostra penna scorre veloce. Siete degli scrittori metodici? Allora forse vi siete fatti una scaletta, una bozza, una cronologia principale degli eventi, e la state seguendo, imbrigliando la vostra fantasia per non farla uscire troppo dai binari. Siete invece degli scrittori più istintivi? Allora niente scaletta, siete partiti da un'idea, un'immagine, una situazione, cavolo magari anche solo da una frase, e siete partiti con la stesura di una storia che non sapete nemmeno voi dove e come andrà a finire.

Ma, in tutto questo, c'è una cosa che dovete sempre tenere a mente. Quello che farà la differenza, che renderà cioè la vostra storia un successo o un fallimento, sono le emozioni. Dovete riuscire a suscitare emozioni, la vostra deve essere una storia emozionante. E le emozioni sono strettamente collegate ai personaggi. Quindi personaggi ed emozioni. Sono l'aspetto più importante da curare. Più della trama, più dell'ambientazione, più degli "effetti speciali". Ecco, facciamo un paragone con i film. Perché magari la storia che avete immaginato è ambientata in un mondo favoloso, pieno di strane creature e di location incredibili, e la trama verte attorno a Signori della Guerra che lottano per il predominio sul mondo. Ok? Sì non è molto originale, ma giusto per fare un esempio (e sull'originalità torniamo più avanti). Interessante in teoria, no? Chissà che sviluppi, che storia potrebbe uscire fuori da una base del genere. Eppure... eppure la storia del cinema è piena di film con strabilianti effetti speciali (specialmente negli ultimi tempi), mondi fantastici ricreati al minimo dettaglio, creature favolose e scontri epici in diretta 3D nell'occhio dello spettatore.
Film già dimenticati due ore dopo la visione.
Perché? Perché mancano di spessore. E quel che dà spessore a un film (e quindi a una qualsiasi storia, a prescindere dal medium con la quale viene raccontata) sono i personaggi e le emozioni. Se la vostra storia è piena di luoghi meravigliosi, creature favolose, trame intelligenti, ma manca di personaggi interessanti, non scatena emozioni nel lettore, ed è destinata al fallimento. Punto.

Se non avete dei Personaggi con la P maiuscola, il lettore non entrerà in empatia con la storia e rimarrà di fatto indifferente agli eventi. Questo è il male assoluto, la cosa peggiore che vi possa capitare: l'indifferenza. Attenzione, entrare in empatia con il lettore non vuol dire che dovete fare dei personaggi con cui si senta in sintonia. I personaggi possono anche essere dei grandissimi figli di puttana, delle carogne quanto di più lontano dalla mentalità del vostro lettore, ma devono avere personalità, carisma. Bene o male purché se ne parli, diceva Oscar Wilde, non a caso. Stephen King, quando gli chiedono come faccia ad avere tanto successo, risponde "It's not the monsters, stupid, it's the people!". Questo sintetizza perfettamente il discorso. Per quanto King sia un maestro nel creare creature e atmosfere terrificanti, i suoi romanzi hanno successo perché ha la capacità di delineare dei protagonisti vivi, reali, che escono dalle pagine. Il lettore trova dei personaggi veri, eroi da amare e bastardi da odiare, e riesce a interessarsi al loro destino. Vive le emozioni che vivono i personaggi. Allora a quel punto sì che diventa interessato alla trama, vorrà sapere come andrà a finire, cosa succede, vorrà sapere se quella canaglia farà una brutta fine come merita, e se l'eroe riceverà alla fine la giusta ricompensa. Soffrirà le difficoltà del personaggio e gioirà per i suoi successi. Tutto il resto, trama, ambientazione, creature, magia, tecnologia, è importante, ma assume valore solo intorno ai personaggi e alle emozioni. Questo è il segreto di una buona storia. Poi la storia stessa potrà essere un fantasy, un thriller, uno storico, fantascienza, romance, western, non importa. Il succo di una storia sono i suoi personaggi. Personaggi che devono vivere situazioni emozionanti. Chiaro, no?

Ora torniamo solo un attimo sul concetto di originalità. Le cronache del ghiaccio e del fuoco è una saga che parla di un mondo simil-medievale dove una serie di reami stringono alleanze e si fanno guerra, in cerca del potere assoluto.
Detto così, sembrerebbe l'ennesima variante su diecimila mondi fantasy come li abbiamo letti fino a oggi. E nemmeno tanto fantasy, visto che di magia e creature se ne vedono ben poche. E allora? Come ha fatto George Martin ad avere un tale successo tra i lettori, e come fa la serie televisiva tratta dai suoi romanzi a essere così seguita?...
La risposta è in questo post. Saluti a tutti e alla prossima.

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