mercoledì 15 ottobre 2014

A volte ritornano

Certe volte nella vita si fanno delle scelte. E poi si ritorna su quelle scelte. Volete chiamarla incoerenza? Chiamatela come vi pare, sono sul mio blog, a casa mia, e mi arrogo il diritto anche di essere incoerente e di cambiare idea quando mi pare. Sono sparito per un po’, sì. Questo non vuol dire che non abbia scritto, anzi ci sono grosse novità in arrivo di cui parlerò più avanti. Sono tornato, e ho intenzione di restare. E non mi farò problemi, come sempre, a esprimere le mie opinioni. A qualcuno non piaceranno? Pazienza.

Il mio obiettivo non è piacere a tutti, non è scrivere cose sempre moderate e politicamente corrette. Scrivo, non faccio politica. A chi piace quel che scrivo bene, per gli altri spiacente, fatevi un giro su internet, è pieno di siti, troverete qualcosa che vi garba.

Cosa ho fatto in questo periodo? Ho scritto, come vi dicevo, e ho terminato un libro che è quasi pronto per la pubblicazione. È un libro completamente diverso dal precedente, è un qualcosa che se dovessi catalogare definirei “fantascienza umoristica”, una storia assurda e divertente (spero per il lettore quanto per lo scrittore) il cui titolo è Ritorno agli ’80. E per ora vi basti sapere questo, in un prossimo post vi dirò di più. Come diceva Stan Lee, Nuff Said. E se non sapete chi è Stan Lee peste vi colga, correte subito su wikipedia a rimediare.

Ho scritto anche altro in questo periodo. In realtà in effetti ho continuato a pubblicare post, ma l’ho fatto usando uno pseudonimo. E mi sono anche divertito, a dire la verità. Ho creato una identità fittizia, con un suo blog e una pagina facebook. È stato molto liberatorio. E allora perché oggi sono qui, direte voi? Ve lo spiego subito.

Un giorno fantasticavo sulla pubblicazione futura dei miei scritti, sul fatto che sarebbero usciti con uno pseudonimo. Metti che avessero avuto successo, sarei stato contento di averli pubblicati con pseudonimo? Certo uno dice, se ha successo sono disposto a pubblicare con qualsiasi nome, però… però. Non è la stessa cosa. Non ti senti allo stesso modo. Non ti senti del tutto in pace con te stesso. Gli italiani sono malati di esterofilia, cazzo sono malati terminali, sono disposti a comprare qualsiasi cosa arrivi da oltreconfine e ignorare sistematicamente i nomi italiani. Probabilmente pubblicando a mio nome venderò meno che inventandomi uno pseudonimo qualsiasi purché dal suono esotico. Pazienza, se devo pubblicare qualcosa, ci sarà scritto il mio nome sopra, e non quello di uno stupido pseudonimo. Sarà qualcosa di mio, non mi nasconderò nell’ombra. Se avrò successo lo avrò come Fulvio Zorzer, non come John Smith. Se non lo avrò vorrà dire che scrivo cagate, ma almeno ci avrò provato onestamente. Un uomo deve prendersi le proprie resposabilità, avere il coraggio di presentarsi per come è, di essere se stesso. E comunque “Zorzer” mi sembra già abbastanza esotico, come nome, senza inventarsi uno pseudonimo, giusto?

E poi ho pensato a mio figlio. Voglio che mio figlio sia fiero del suo nome, che un domani guardi i libri del papà potendo dire “papà scrive libri”, e non “papà scrive libri ma usa uno pseudonimo”, come se dovesse vergognarsi di qualcosa.

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